Appassionato di volo, di montagna e di natura. In generale di tutto ciò che definisco "vivere con il cielo negli occhi". Mi sono ritrovato ultimamente ad avere a che fare con alcune persone che del cielo parlano molto, ma capiscono poco. Chiedo perdono per cui se ogni tanto, invece di raccontare di volo, mi fermo a polemizzare con costoro.
sabato 6 novembre 2010
Ingegneri
Tra tecnici ed ingegneri esiste da sempre una certa rivalità.
I primi sostengono che gli ingegneri sono incapaci di progettare qualcosa di realmente funzionale e su cui si possa mettere mano per l'ordinaria manutenzione, senza possedere il corredo di attrezzi di Mazzinga, le braccia dell'Uomo di Gomma, le dita di un bimbo di 3 mesi unite però alla forza della Cosa.
I secondi ribattono che i tecnici non capiscono nulla delle procedure di manutenzione, sono incapaci di capire qual'è l'attrezzo adatto per l'intervento e che, sopratutto, se non mettessero le mani sui gioielli che loro progettano, questi avrebbero molti meno problemi.
So che molti di voi sono ingegneri ma vi chiedo, nel caso illustrato nella foto qui sotto, a chi dareste ragione?
Il dettaglio si riferisce ad una paratia parafiamma scomponibile, montata su un modello recente d'elicottero il cui costo balla attorno e oltre i 10 milioni di euro.
I diversi elementi della paratia sono collegati attraverso delle comuni viti in acciaio. Nella zona fotografata la paratia termina superiormente con un profilo ad L sul quale sono alloggiati i ricettacoli femmina (in pratica dei piccoli scodellini metallici alti circa 15 mm) delle viti a baionetta che servono a fissare le capottature superiori dell'elicottero.
Ora qualche genio ha posizionato quest'ultimo elemento esattamente sulla stessa linea delle viti che collegano le diverse parti della paratia, di modo che la testa dell'ultima vite della fila si trova precisamente dietro il citato scodellino (che evidentemente è stato chiodato in sede dopo aver piazzato la vite) La luce di 3-4 mm tra lo scodellino e la testa della vite impedisce di far passare qual si voglia tipologia di cacciavite angolare e d'altra parte se anche si riuscisse a farlo passare non ci sarebbe lo spazio per far arretrare la vite....
Su 12 viti che collegano il particolare 2 sono cosi concepite....
Se voi fosse stati il tecnico che aveva l'incarico di rimuovere prima, e reinstallare poi, la paratia in questione... cosa avreste augurato a chi ha progettato una simile meraviglia?
(per gli ingegneri veri... si scherza ne ;-) )
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In qusti casi, le maledizioni in aramaico antico sono indispensabili.
RispondiEliminaPS: Primo!
mi dispiace ma non credo sia un errore di progettazione ritengo che in quel caso chi la colpa e' di chi ha gestito l'assemblaggio rivedendendo il progetto per risparimare. Ritengo che la colpa sara' quasi sicuramente di qualche manager addetto al controllo di produzione che non sa nulla di ingegneria.
RispondiEliminaOrso se esiste qualche problema non e' colpa dell'ingegnere ma di qualche cretino di manager che magari per far risparmiare la azienda ha rivisto il progetto. La vera piaga delle aziende oggi sono i managers.
LOL non ti invidio ..... se la vite fosse un dado si riuscirebbe a svitare
RispondiEliminaLOL non ti invidio ..... se la vite fosse un dado si riuscirebbe a svitare
RispondiEliminaNon mi stupirei nell'apprendere che la corretta procedura di rimozione della vite prevede:
RispondiElimina1) limare entrambe le teste dei rivetti che tengono fermo lo scodellino, come non si sa;
2) infilare un cacciavite sotto lo scodellino e facendo leva tirarlo via;
3) Svitare la vite;
4) Rimuovere i monconi dei rivetti (come, non si sa);
5) Fare quel che si deve fare;
6) Procurarsi rivetti e rivettatrice;
7)Riavvitare la vite;
8) Rimettere a posto lo scodellino e rivettarlo.
Ci sono queste istruzioni nel manuale di officina? No? Allora non è stato un ingegnere.
P.S. Un ingegnere non sa cosa sono i rivetti.
P.P.S. Io sono un ingegnere.
:P
@Talligalli
RispondiElimina:-) Be in realtà un progetto aeronautico non dovrebbe essere cosi semplicemente revisionabile in sede di assemblaggio.
In ogni caso sono in gran parte d'accordo con te.
Probabilmente il particolare è stato posizionato li da un ragazzetto che non ha mai visto un elicottero ma smanetta un po' con il CAD. Veniva bene posizionarlo sulla stessa quota tracciata per le viti e sul monitor appariva anche elegantemente allineato.
Chi ha realizzato le varie parti separate non sapeva come andavano assemblate e ha seguito semplicemente il disegno.
Chi doveva occuparsi della produzione in linea, poteva fermare tutto e segnalare il problema all'ufficio progettazione ma questo avrebbe comportato ritardi (che potevano coinvolgere la partita di golf del giorno seguente) e scazzi vari per cui appariva più semplice far semplicemente mettere prima la vite e poi chiodare il ricettacolo...
In ogni caso tutti gli ultimi esemplari di questo elicottero sono cosi... prima o poi l'ufficio tecnico di qualche esercente si deciderà a segnalarlo al costruttore... e li partiranno bollettini di modifica e quanto altro a costo decuplicato.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@Riccardo
RispondiEliminaBe i rivetti sugli elicotteri sono l'organo di collegamento più comune :-)...
ma la legenda dice che in una nota fabbrica italiana la fusoliera di un altrettanto famoso modello d'elicottero sia stata appena abbozzata sulla carta dagli ingegneri e poi realizzato nei singoli elementi dai battilastra che hanno cercato di riprodurla inventando man mano i pezzi necessari.
Durante questo processo gli ingegneri seguivano i battilastra passo passo ed ogni tanto gli sottraevano il pezzo appena realizzato per portalo in ufficio e rilevarne le misure con il calibro, per poi riportarle sulla carta con il tecnigrafo ( si parla degli anni 70)
In ogni caso la disputa tra tecnici ed ingegneri fa parte del colore in officina. Le due categorie poi si coalizzano quando c'è da dare la colpa ai piloti (incapaci di utilizzare correttamente quanto progettato per loro e buoni solo a rendere rompere quello che i tecnici avevano appena finito di sistemare)
@Longa
RispondiEliminaNo non funziona uguale. Vero che una chiave a forchetta entrerebbe per ruotare la testa esagonale di un bullone, ma questo dovrebbe avere il gambo estremamente corto per poter essere infilato nel foro.
In realtà, siccome l'altro lato della paratia è accessibile, basterebbe ribaltare la vite. Ovvero mettere dal lato fotografato l'olivetta filettata, la testa della vite si troverebbe sul lato opposto, dove sarebbe facilmente raggiungibile.
Ribaltare la vite e tutto torna a posto!
RispondiEliminaQuindi è colpa dell'ingegnere che ha redatto la procedura di assemblaggio e di quello che l'ha approvata... mi sa che sono gli stessi della barzelletta sulla bicicletta.
Questa è una immagine da failblog!
RispondiElimina"Le due categorie poi si coalizzano quando c'è da dare la colpa ai piloti (incapaci di utilizzare correttamente quanto progettato per loro e buoni solo a rendere rompere quello che i tecnici avevano appena finito di sistemare) "
RispondiEliminaquesti succede su qualsiasi aeroobile, elicottero od aereo che sia, ...cci vostra !!!
Peev non loggato
Q: What is the ideal cockpit crew?
RispondiEliminaA: A pilot and a dog…the pilot is there to feed the dog, and the dog is there to bite the pilot in case he tries to touch anything.
http://www.qsl.net/wb0ydi/jokes.html
@orsovolante no hai ragione un progetto aereonautico non dovrebbe essere proprio toccato in sede di assemblaggio. Concordo pienamente con quello che dici e' verissimo il concetto del compartimento stagno, che e' poi voluto sempre dai managers per poter mettere altri inutili managers che gesticono tali compartimenti. L'ignegnere, come il fisico, il chimico, il biologo, il medico sono scienziati. I managers sono laureati in economia e commercio con l'evidente svantaggio di credere di essere onniscenti. Io raderei al suolo la bocconi e ci farei un altro bel politecnico altro che! :) Non ci fare caso da questo punto di vista io sono un radicale.
RispondiEliminagli ingegneri sono l'unico vero male moderno. avete provato a risolvere il problema con del bicarbonato?
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaNo niente bicarbonato. Abbiamo utilizzato delle nanomacchine (si sa nelle officine aeronautiche ne trovi sempre una manciata) che sono prima state programmate per scomporre la vite a livello molecolare, e poi riprogrammate per l'operazione inversa.
RispondiElimina:-)
Io chiederei umilmente di vedere i calcoli che hanno portato a stabilire in 12 il numero corretto di viti per assicurare il particolare.
RispondiEliminaDa li' in poi e' tutto in discesa: se i calcoli esistono sul serio e sono stati eseguiti, allora lo scodellino allineato alla vite e' un errore di progettazione di qualche ingegnere.
Se (come sospetto) per il numero di viti si e' andati ad occhio, allora il piazzamento delle due viti incriminate e' semplice mancanza di senso pratico da parte di qualche ingegnere.
Per inciso: io sono un fisico (sperimentale).
A noi fisici non lasciano firmare i progetti (giustamente), pero' io le mie ore in officina con la lima in mano le ho fatte, l'ingegnere medio no.
Purtroppo spesso l'ingegnere medio fa i calcoli fondamentali e poi passa al "ragazzo di bottega" (cioè uno stagista assunto con il ruolo di schiavo) l'onere dei disegni. Almeno sia in campo elettrotecnico che in campo edile so per certo essere così. Il problema è che i disegni non vengono quasi mai ricontrollati di progettisti veri e propri, al massimo un' occhiata veloce, tanto poi c'è il "collega" responsabile della produzione che segnala se qualcosa non va.
RispondiEliminaPurtroppo il "collega" della produzione è SEMPRE un ing. gestionale, e quindi bada solo alla diminuzione dei tempi di assemblaggio non alla funzionalità del progetto.
Questo è nella mia esperienza prima come progettista di impianti elettrici e poi come progettista di macchine elettriche.
Purtroppo il "collega" della produzione è SEMPRE un ing. gestionale
RispondiEliminaMio dio... Spero non QUEL ingestionale...