venerdì 25 febbraio 2011

Energia

Ieri, mentre rientravo in Piemonte dalla Toscana, ho notato il gran numero di impianti solari che stanno sorgendo sulle colline dell'astigiano e dell'alessandrino.
Tempo fa avevo notato lo stesso proliferare nelle langhe cuneesi.
Ora ritengo che l'investimento solare sia una cosa benemerita, però ho la sensazione che cosi come si stanno realizzando le cose in Italia, si stia rischiando di fare dei danni, e grossi, anche in questo campo.
E credo anche che il motivo fondamentale per cui questo succede, è la volontà politica di voler garantire grossi guadagni a pochi soggetti, anziché di distribuire i vantaggi tra tutti.
Chiariamoci bene. Non voglio dire che i grossi investitori non debbano poter agire in questo settore o che si debba arrivare ad una specie di comunismo energetico, credo però che il sucesso delle "alternative" sia inscindibile dalla possibilità di "produrle dal basso".
La mia idea, espressa già in tempi non sospetti, è che la produzione di energia solare (ma in alcuni casi anche dell'eolico, del geotermico ecc..), si sposi bene con il concetto di "micro e mini produzione".
Per intenderci credo che sarebbe necessaria una normativa che consentisse a tutti la realizzazione dell'impianto sul tetto, o anche solo di mettersi un pannello in giardino o sul terrazzo al posto della parabola.
In teoria si può... in pratica la complicazione burocratica è tale per cui tutti coloro che conosco, hanno abdicato, o rinunciando del tutto alla realizzazione, o affidandola a società che si prendono carico della realizzazione e degli oneri burocratici, ma in cambio prendono anche parte dei proventi e di fatto mantengono il controllo sull'impianto per diversi anni.
Insomma... di fatto siamo ben lontani da quello che ho visto anni fa in un supermercato tedesco dove veniva venduto un kit completo di 2 pannelli solari, il contatore apposito per lo scambio energetico con la linea, ed erano allegati gli unici 2 moduli da compilare per adempiere alle formalità burocratiche.
Tutto questo ha anche un altra conseguenza. E' chiaro che una grossa società ha poco interesse a perdere tempo con i 2 pannelli che posso montare sul tetto della baracca in giardino. Molto meglio, dal suo punto di vista, poter investire su un grande impianto, magari ricoprendo la collina a fianco di pannelli. Solo che la collina a fianco prima produceva dell'ottimo vino ( o frutta, o frumento ecc..) adesso produce energia.
Con una burocrazia meno rigida probabilmente avremmo potuto ottenere lo stesso risultato, o di poco inferiore, rivestendo di pannelli i tetti delle case, le pensiline degli autobus ecc... e potremmo ancora gustarci il vino prodotto dalla collina. Insomma avremmo sfruttato quelle tare del territorio già presenti invece di crearne di nuove.
A mio avviso il problema dell'occupazione del terreno agricolo, da parte degli impianti fotovoltaici, non è affatto trascurabile.
Un impianto come quello della foto ( se cliccate accedete all'articolo da cui l'ho tratta) occupa poco meno di 67.000 metri quadri. L'equivalente di 17 giornate agricole piemontesi e mezza.
In questo caso si è trattato del recupero di una cava d'inerti dismessa ( ma ne poteva comunque uscire un frutteto o una vigna), ma è chiaro che col diffondersi di impianti di queste dimensioni il rischio per il territorio e per la stessa produzione alimentare è elevato.
Come conciliare allora la neccessità di produrre energia (il più pulita possibile) con la salvaguardia dell'agricoltura e del territorio?
La mia idea l'ho già detta sopra. Pur comprendendo che vi sarà sempre bisogno di grandi impianti, credo si debba dare spazio alla mini produzione autonoma e che questo si possa fare solo deburocratizzando le procedure. Dall'altra invece ci vogliono normative che impediscano il saccheggio delle aree pregiate, che sono un bene collettivo, da parte di chi dispone di ingenti capitali.
Tutto questo non può però prescindere dal diffondere un educazione del risparmio energetico. Altrimenti nemmeno ricoprire tutta la pianura padana di pannelli fotovoltaici e le Alpi di generatori eolici, risolverà il problema.

8 commenti:

  1. Si è già preso molto spazio con i centri abitati, sfruttare i tetti non porta via nulla a nessuno e non si occupa ulteriore spazio.

    Purtroppo in italia vige la gerontocrazia, se non hai almeno 70 anni non ti caga nessuno, e molti di questi vecchi sono retrogradi, hanno le idee che sono rimaste congelate al 1800, che sono centrali nucleari, centrali solari, centrali eoliche...non arrivano a concepire lo sfruttamento dei tetti...

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  2. Sono abbastanza d'accordo con Orso, ma vorrei fare qualche precisazione.
    Non sono stato mai un grande fan del fotovoltaico, soprattutto per il suo basso rendimento energetico globale. Ma c'è un altro fatto che mi fa essere piuttosto scettico circa l'opportunità di impiegarlo in micro-impianti. E cioè il fatto che i pannelli solari sono, oggi ma immagino anche domani, BRUTTISSIMI. E invece, nei paesi e nelle città italiane, abbiamo i tetti più belli del mondo.
    Immagino con orrore che cosa diventerebbe il panorama che vedo dalla finestra della mia stanza (lo potete vedere tutti a questo indirizzo) se i tetti venissero ricoperti di pannelli solari. Ed è un panorama che non ha proprio nulla di particolare! Provate a pensare, che so, a Firenze vista da piazzale Michelangelo, o a Roma vista dal Gianicolo...
    Quindi, finché si ricopre un capannone industriale (che oltretutto spesso ha il tetto piatto) di celle fotovoltaiche non ho nessuna obiezione, ma per fare la stessa cosa sulle abitazioni soprattutto nei centri abitati sarebbe necessario un attentissimo controllo estetico, e in Italia sappiamo bene come vanno a finire queste cose.
    Nelle zone agricole invece concordo pienamente con quello che dice Orso: io sono un grande fautore, ovunque possa essere piazzato, dell'eolico, che ha un'impronta al suolo ridottissima, e che quindi può convivere benissimo con l'agricoltura. Anzi, forse contribuisce anche ad eliminare qualche prodotto chimico perché funziona bene come spaventapasseri... E io i generatori eolici non li trovo affatto brutti. Ma questa è un'opinione personale.

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  3. @Riccardo
    Sono d'accordo con te sul fatto che non tutti i tetti possono essere tappezzati di pannelli e che occorra in ogni caso un minimo di tutela.
    Resta comunque il fatto che di energia ne abbiamo bisogno e che abbiamo bisogno anche dell'agricoltura(e a scuola mi hanno insegnato che il paesaggio italiano è stato plasmato dall'agricoltura).
    Penso però che ci sia ampio spazio per piccoli impianti casalinghi e che in fondo non tutta l'Italia e sopratutto non tutte le abitazioni italiane hanno il pregio architettonico di Firenze.
    Le tettoie in plastica che il mio vicino ha installato (con regolare autorizzazione comunale) per evitare che gli piova sulla porta di casa? Perché non possono essere 2 pannelli? Il tetto piano del mio condominio ma anche il muro interno del mio terrazzo. La pensilina del distributore qui accanto o la casetta degli attrezzi dell'orto a casa di mia madre.. anzi anche la cuccia del cane. Quello che lo impedisce non è il costo di per se, ma appunto la burocrazia. Credo poi che avere un piccolo impianto casalingo, anche eolico... tipo i generatori usati in campo nautico, sia un ottima scuola per il risparmio. Quando ti accorgi di quanto produci e quanto consumi porsi certe domande è più facile.

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  4. Ripeto: sull'inopportunità di trasformare aree agricole in centrali elettriche solari sono pienamente d'accordo. Sui tetti delle case, continuo a nutrire qualche riserva. Come esempio, prova a pensare all'orrendo sconcio che è stato perpetrato quando hanno liberalizzato la trasformazione dei sottotetti in zone abitabili. Non so altrove, ma qui a Milano è stata un'operazione veramente indegna. Che poi si faccia anche di molto peggio sono d'accordo, ma non è una scusante...
    OT, in questi giorni mi sento molto ecologico, perché sono finalmente riuscito a vendere un catorcio di macchina che usavo ogni tanto per andare dalla stazione all'Università e mi sono comprato una bicicletta elettrica... che a conti fatti probabilmente inquina di più. Di corrente ne consuma poca, ma ci sono 14 chili di batterie da smaltire!
    E comunque la mia ex macchina la usa qualcun altro, quindi inquina lo stesso.
    Vabbè, adesso vado a teatro. E ci vado in metropolitana.

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  5. [OT]... [1/2 OT dai]
    Orso, approfitto di questo (condivisibile) post per ringraziarti. Da tre settimane ho la mia nuova auto, una Auris HSD (ibrida).
    Ne avevi accennato qualche mese fa, proprio nel periodo in cui stavo decidendo cosa doveva sostituire la mia vecchia 147 a glp.
    Non conoscevo affatto quel modello, e son proprio soddisfatto.
    Grazie,
    Michele.

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  6. @Orsovolante
    Sono d'accordo con te nell'esposizione, aggiungo che si presenta lo stesso problema anche con il famoso olio di colza.
    Se dovesse prendere piede, cosa succederebbe a chi invece di coltivar carote o patate volesse adibire il suo campo alla coltivazione della colza?
    Se il rendimento di un campo di colza dovesse essere più alto di quello di un qualsiasi altro vegetale, cosa succederebbe al mercato agroalimentare? Il fatto è che ancora, che mi risulti, non viene fatto nulla, da nessun paese, per proteggersi con leggi ad hoc da una prospettiva simile...

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