Ieri sera a Roma è morto Walter Bonatti.
"Se ti è nato il gusto di scoprire non potrai che sentire il bisogno di andare più in là."
[W. Bonatti]
Ma Walter Bonatti è stato per me un mito in gioventù ed un esempio da seguire nella maturità.
Quando l'ho incontrato, circa 30 anni fa ad una conferenza, per un momento ho temuto di restare deluso. All'epoca mangiavo pane e roccia e quando Bonatti ha esordito dicendo, "chi è venuto per vedere e sentir parlare di montagne, resterà deluso" ho avuto un momento di smarrimento. Ma poi sono stato completamente rapito da come raccontava i suoi viaggi nel mondo, i posti che aveva visto ma sopratutto le persone che aveva incontrato.
Leggendo i suoi articoli, i suoi racconti, la storia delle sue conquiste e delle sue tragedie, ho sempre sopratutto percepito una grande umanità. La consapevolezza che per poter vivere appieno non solo devi avere il coraggio di affrontare i rischi della montagna o della foresta amazzonica. Ma sopratutto il rischio di fidarti del prossimo, si tratti di un compagno di cordata o di un pigmeo incontrato nella foresta, e il rischio di essere deluso da te stesso.
Sono contento che prima di morire, abbia ottenuto la "certificazione" della verità storica sulla spedizione italiana al K2. Verità per la quale si era sempre battuto.
Con Bonatti sparisce una parte importante di quella che forse è stata l'ultima generazione di esploratori. Dopo gli anni 60 il mondo è cambiato in fretta. Non ci sono più tribù sconosciute o montagne non salite e la globalizzazione ha agito come un entropia culturale, rendendo sicuramente meno avventurosi gli incontri tra società e culture diverse.
E' stata un epoca irripetibile e per questo, oggi con la sua morte, le testimonianze che ci ha lasciato diventano ancora più importanti.
Addio, Walter.
RispondiEliminaRiposa in pace Walter, ora sei ad altezze più grandi di tutte le vette che hai scalato ...
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