martedì 20 luglio 2010

Cara Radio Televisione Italiana

Cara RAI (posso chiamarti solo RAI vero?),
come tutti gli anni ti sei ricordata di me e come tutti gli anni ti devo ringraziare per avermi scritto in occasione delle vacanze estive.
Apprendo dalla tua missiva che sei in ansia di avere mie notizie e che queste notizie ti sono necessarie per poter chiudere una pratica che mi riguarda.
Ora io vorrei in tutti i modi poterti aiutare a chiudere questa pratica. So bene quanto sia penoso ritrovarsi al mare sotto l'ombrellone, con il pensiero che corre di continuo al lavoro che abbiamo lasciato incompiuto e che ci attende al nostro ritorno in ufficio.
Voglio anche sottolineare che apprezzo il gesto di inserire nella busta che contiene la tua missiva, una cartolina pre affrancata per la risposta.
Purtroppo è la tua successiva ed eccessiva premura, cara RAI, che mi mette in imbarazzo. Infatti mi hai anche voluto inserire un questionario precompilato per facilitare il mio compito, solo che manca l'unica domanda a cui potrei dare una risposta sincera.
Infatti non ho già versato la cifra di € 93,31 che mi eviterebbe un accertamento da parte della guardia di finanza ne ho intenzione, pur non volendo offenderti, di versarli ora che ho ricevuto la tua missiva. Ne li ha versati un mio familiare facente parte del mio nucleo familiare.
Vedi cara RAI, pur comprendendo che la cosa ti può ferire devo proprio decidermi a dirtelo.
Io non possiedo un televisore da molti anni. Ti prego di tenere conto di questa eventualità nella prossima cartolina preaffrancata che mi manderai, di modo che io possa risponderti.
Non posso scrivere che io non guardo la televisione da molti anni, semplicemente perché ormai la televisione ha invaso tutti gli spazi possibili.
Al ristorante non devo più contendere l'attenzione del cameriere, con il rappresentante di cravatte di nylon seduto 2 tavoli più in la... devo riuscire a distrarre la sua attenzione dai tiri di Baggio o dalle imprese del nonno protagonista di qualche soap opera, se desidero un altra bottiglia d'acqua o un dolce prima del caffè.
Ormai anche negli uffici non è improbabile trovare una tv sistemata in qualche angolo e fatta la fila per prendere il biglietto del treno o pagare il tiket del parcheggio, può succedere di dover aspettare ancora un momento, con pazienza, che il protagonista del momento completi il suo sketch, prima di venire serviti.
Non me ne volere quindi cara RAI se anche io, come tanti, ho deciso che il divano di casa è il posto giusto per staccare la spina dei problemi, del lavoro... e anche della TV.

6 commenti:

  1. purtroppo la rai è cosi' viscida che ha fatto aggiungere tra i mezzi atti a ricevere il segnale televisivo anche i computer.quindi se sei nel loro database non hai scampo:devi pagare.alla rai non importa nulla che tu guardi o meno,a lei importa solo farti pagare.saluti.

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  2. Purtroppo aristide ha ragione.
    Se possiedi un mezzo qualunque atto a ricevere trasmissioni televisive (anche potenzialmente, come il pc privo di ricevitore RF ma al quale puoi collegare una chiavetta USB) ti tocca pagare.

    Saluti
    Michele

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  3. Aristide, hanmar,

    avete ragione ma CHPPPAAALLLEEEE!!!!

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  4. Credo che almeno si debba possedere la chiavetta USB e che non basti il semplice possesso del PC.
    Altrimenti dovrebbero pagare anche un abbonamento, per di più pubblico, tutte quelle attività commerciali che utilizzano un computer per svolgere la loro attività.

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  5. La RAI non è la colpevole: alla RAI va solo una parte dei soldi del canone.
    Il resto lo prende lo Stato.
    Si tratta di una tassa come tutte le altre: ICI, IRPEF....il fatto che si chiami "canone rai" non conta nulla.
    E' un tributo dovuto allo Stato.

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  6. Ho pagato per anni le 5400 lire per l'abbonamento alla RADIO (non piu' dovuto). Ho ricevuto anche l solerte visita dell'accertatore, che ha accertato che io non avessi la TV.

    Comunque credo proprio sia opinabile (a termini di legge) farti pagare un balzello legato a qualcosa che non possiedi ma che POTRESTI possedere.

    Considerazioni più o meno rilevanti.
    La RAI offre un servizio di streaming, quindi è possibile che il fatto tu abbia un collegamento ad internet sia considerato sufficiente come "atto a ricevere trasmissioni radiotelevisive".

    Il costo del canone contribuisce alle casse RAI come lo share ad alcuni film (non ricordo quanti, avevo fatto il conto, ma meno di qualche decina). Io non pago la RAI non guardandola, indipendentemente dal fatto che paghi il canone.

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