Alla vigilia della data designata per festeggiare i 150 anni dell'Italia, il mio sentimento prevalente è... che sono incazzato nero.
Davanti alle drammatiche notizie che giungono dal Giappone l'Ita(G)lia cosa fa? I suoi ministri ci dicono di stare tranquilli... da noi, anche se si costruiranno le centrali, non succederà mai. In base a quali dati lo si afferma è impossibile saperlo. I suoi opinionisti, quelli dell'Ita(G)lia, dicono che anzi, il fatto che un unica centrale abbia ceduto, a fronte di un terremoto così devastante, significa appunto che l'atomo è sicuro... (Giannino su radio 24)
Non si tratta solo di essere pro o contro... si tratta di essere incazzati perché costoro parlano senza avere un progetto davanti. Senza sapere quanto consuma l'Italia, quanto consumerà tra 10 anni e quale tipo di energia ci servirà di più dove e come dovrà essere distribuita.
Come si può decidere cosa fare se non sappiamo cosa ci serve?
La Libia Brucia e ad ascoltare i TG o leggere i giornali, sembra si tratti di una partita di pallone su Venere. Nessuno che già non lo sappia può capire da quelli, dai TG ita(G)liani intendo, gli interessi che ha l'Italia in quella regione... e magari anche le colpe. Eppure quando fatti simili accadevano dalla parte opposta del mondo le TV ospitavano per giorni e giorni i vari esperti, Bruno ci faceva settimane di programmazione tenendo le porte aperte anche a gennaio, Emilio aveva orgasmi pubblicamente dichiarati e un obeso signore che finge di essere Churchill, inneggiava alla bellezza della guerra e malediva le madri italiche per la loro codardia a spedirci i figli.
Ad ascoltarli ora sembra che il nemico si presenti alle frontiere minacciandoci con qualche decina di scalcinati motopesca e che da li, e non dal futuro di tutto il mediterraneo, dipenda la sorte per i prossimi 150 anni, dell'Italia.
Una signora con gli occhiali che sembrano scolpiti al laser va in TV e mi spiega, anzi spiega alla mia compagna perché io la TV non la voglio più tenere in casa, è peggio di una centrale atomica, scorie comprese, per tossicità, che togliere 8 miliardi di euro alla scuola pubblica è il modo migliore per farla funzionare meglio... non si degna di spiegare perché, se è pur vero che ci sono degli sprechi, non li si possa ridurre reinvestendo nella scuola quello che si è risparmiato.
Intanto mia figlia e i suoi coetanei cercano di surfare davanti all'onda dello tsunami che sta travolgendo la sc(Q)uola, sempre più disillusi sulle opportunità che questa nazione sarà in grado di offrirgli e anzi, spesso già rassegnati a crearsi un futuro all'estero... sperando almeno di non doverci andare con un peschereccio rubato nella notte.
E per finire un branco di signori che prendono lauti stipendi dallo stato ita(G)liano, non riescono nemmeno a dedicargli il tempo per ascoltarne l'inno, non dico ad impararlo, e preferiscono invece andare al bar seguendo una trota, che per gli strani destini di questa nazione, è approdata in un consiglio regionale, anziché nelle vasche di un allevamento ittico bergamasco, dove avrebbe sicuramente fatto più belle figure e sopratutto meno danni.
Sono incazzato nero con questa Ita(G)lia e che vada a fare in C... questa macchietta.
W invece l'ITALIA, quella vera. quella che, sarà perché sono nato a Torino, sarà perché lo girata un po' in lungo e in largo, trovandoci sempre tutto sommato qualcosa di buono, ho imparato ad amare.
W l'ITALIA il cui rinascimento si è da lungo tempo impantanato, ma che ancora ha i sogni di Mazzini e Garibaldi, anche se non ricorda più chi erano.
W l'ITALIA che si merita spesso di meglio di certi ita(G)liani.
Viva l'Italia