sabato 8 agosto 2009

E' morto un mito. Riccardo Cassin

A 100 anni è scomparso Riccardo Cassin. Per tutti coloro che amano la montagna, Cassin ha rappresentato un mito ed un pezzo della storia dell'alpinismo. E' morto a 100 anni d'età e nel giorno in cui ricorreva l'anniversario di una delle sue salite più famose, la parete nord delle Gran Jorasse. Salita il 6 agosto 1938.

Io l'ho conosciuto 24 anni fa. Saliva al rifugio Rosalaba, in Grignetta, tutte le domeniche. Prendeva una tazza di brodo di dado con del pane e dopo un po' rientrava a valle.

Poche o nessuna parola. Non da uomo antipatico ma riservato. Da montanaro.

Camminava con un passo rigido, a causa delle innumerevoli migliaia di metri di dislivello che le sue ginocchia avevano accumulato in 65 anni di montagna.

Personaggio di un alpinismo mitico e leggendario che noi, figli degli anni 60 e alpinisti degli anni 80, tendevamo un po' a snobbare, salvo poi ritrovarci la notte appesi su un qualche bivacco in parete, a stupirci dello spirito e della forza di quegli uomini che tanti anni prima ci avevano preceduto.

Basta leggere l'elenco delle sue salite per capire che Cassin, rendendo onore alla sua professione di fabbro e di pugile, di forza e di volontà ne aveva tanta. E anche di coraggio nelle scelte alpinistiche e della vita.
Decorato dal fascismo per le sue imprese decise comunque di diventare partigiano.

Proprio per quella sua professione e per la sua origine estremamente povera, ritenuta poco degna di rappresentare l'Italia, fu scartato da Ardito Desio per la scalata al K2. Questo anche se all'epoca, era il miglior candidato come capo cordata per le sue innumerevoli salite. Non era ritenuto un uomo abbastanza intellettuale, abbastanza degno di censo, per partecipare ad un impresa patriottica.

Ma malgrado questo colpo basso, Cassin non si è mai fermato. Ha continuato con le sue imprese e all'età di 52 anni si prende la soddisfazione di conquistare la sud del McKinley in Alasca, la montagna più fredda del mondo per una via che aveva respinto le 27 spedizioni precedenti. Per questa salita riceverà gli onori anche della Casa Bianca. Solo negli anni 90 arriveranno quelle dello stato Italiano.

Sarà capo spedizione ancora nel 1975 sul Lhotse nepalese a 67 anni d'età e a 78 anni tornerà sulla Nord Est del pizzo Badile.

Per me, che da bambino chiedevo di restare sveglio la sera ad osservare il rito della preparazione dello zaino di mio padre. Che sognavo, con lo sfondo musicale del tintinnio metallico dei chiodi e dei moschettoni contati ed ordinati religiosamente su un anello di corda, di pareti inviolate e terribili ghiacciai, la scomparsa di Cassin è un po' come apprendere dell'estinzione di una specie rara. La fine di qualche cosa che non sarà mai più.

Riccardo Cassin durante la ripetizione dello spigolo del pizzo Badile, 40 anni dopo la prima salita, all'età di 78 anni.

3 commenti:

  1. Credo ci sia poco da aggiungere. Da parte di un alpinista friulano, con qualche radice valtellinese, un ricordo commosso.

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  2. Da nativo di Savorgnano di San Vito al Tagliamento, paese d'infanzia del Cassin, e da appassionato di montagna mi unisco, un pò tardivamente avendo letto la notizia praticamente ora, al ricordo di un uomo leggendario.

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  3. "Non era ritenuto un uomo abbastanza intellettuale, abbastanza degno di censo, per partecipare ad un impresa patriottica." Nel 54 Cassin aveva già un'attività imprenditoriale, avviata nel 47, ed era noto in tutto il mondo per le proprie imprese. Proprio per la sua autorevolezza e notorietà fu scartato, per il timore che avrebbe oscurato e messo in secondo piano Desio.

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