Appassionato di volo, di montagna e di natura. In generale di tutto ciò che definisco "vivere con il cielo negli occhi".
Mi sono ritrovato ultimamente ad avere a che fare con alcune persone che del cielo parlano molto, ma capiscono poco. Chiedo perdono per cui se ogni tanto, invece di raccontare di volo, mi fermo a polemizzare con costoro.
Verso la fine degli anni '90 ho assistito ad una gara (credo mondiale) di parapendio, dalle parti di Lecco, sono rimasto a bocca aperta. Partendo da un monte, hanno veleggiato per guadagnare sufficiente quota per fare la traversata della valle, dove hanno nuovamente guadagnato quota sul pendio di un monte di là, sufficiente per tornare al di qua della valle per l'arrivo.
tutti ce l'hanno fatta a fare la prima traversata, alcuni sono partiti troppo presto per la seconda traversata e non sono arrivati al traguardo. Uno se ne è fregato ed ha preferito seguire una "termica" che lo ha portato ad una quota pazzesca, era un puntino, poi quando ha visto che la gara stava finendo, si è lanciato in evoluzioni per perdere quota e tornare a "casa".
Viaggiare sulle ali del vento, con il suo fruscio nelle orecchie e il suo respiro nel cuore, non importa se in barca, in parapendio o con qualche altro supporto del nostro inabile corpo umano, è un'esperienza che tutti dovrebbero fare. Fra la maestosità delle montagne, o nell'immensità del mare, il vento ti porta, ti spinge, ti accompagna, e intanto ti sussurra storie antiche, a volte dolci, a volte terribili. E tu vai, spinto dal respiro della Terra.
L'estate scorsa ho volato con un'aquila. Non lo dimenticherò mai.
Grazie al vento l'uomo ha scoperto tutte le terre emerse, ha prosciugato l'Olanda, a intrapreso i primi commerci tra popoli prima estranei. E' un peccato che oggi molti ignorino questa risorsa. Penso spesso quando visito qualche porticciolo che il più bel motoscafo presente non è quasi mai in grado di attraversare l'oceano, mentre anche le barche a vela più modeste sono spesso in gradi di circumnavigare il globo.
Verso la fine degli anni '90 ho assistito ad una gara (credo mondiale) di parapendio, dalle parti di Lecco, sono rimasto a bocca aperta.
RispondiEliminaPartendo da un monte, hanno veleggiato per guadagnare sufficiente quota per fare la traversata della valle, dove hanno nuovamente guadagnato quota sul pendio di un monte di là, sufficiente per tornare al di qua della valle per l'arrivo.
tutti ce l'hanno fatta a fare la prima traversata, alcuni sono partiti troppo presto per la seconda traversata e non sono arrivati al traguardo.
Uno se ne è fregato ed ha preferito seguire una "termica" che lo ha portato ad una quota pazzesca, era un puntino, poi quando ha visto che la gara stava finendo, si è lanciato in evoluzioni per perdere quota e tornare a "casa".
Uomini con le ali, liberi.
Viaggiare sulle ali del vento, con il suo fruscio nelle orecchie e il suo respiro nel cuore, non importa se in barca, in parapendio o con qualche altro supporto del nostro inabile corpo umano, è un'esperienza che tutti dovrebbero fare.
RispondiEliminaFra la maestosità delle montagne, o nell'immensità del mare, il vento ti porta, ti spinge, ti accompagna, e intanto ti sussurra storie antiche, a volte dolci, a volte terribili. E tu vai, spinto dal respiro della Terra.
L'estate scorsa ho volato con un'aquila. Non lo dimenticherò mai.
@Riccardo
RispondiEliminaGrazie al vento l'uomo ha scoperto tutte le terre emerse, ha prosciugato l'Olanda, a intrapreso i primi commerci tra popoli prima estranei.
E' un peccato che oggi molti ignorino questa risorsa.
Penso spesso quando visito qualche porticciolo che il più bel motoscafo presente non è quasi mai in grado di attraversare l'oceano, mentre anche le barche a vela più modeste sono spesso in gradi di circumnavigare il globo.
anche le barche a vela più modeste sono spesso in gradi di circumnavigare il globo
RispondiEliminaGià. E lo facevano secoli e secoli prima che si scoprisse il petrolio e si inventassero i motori.