sabato 2 maggio 2009

Senza motore.

Se c'è una cosa che caratterizza la nostra società è sicuramente l'uso del motore.
E' quasi incredibile come nel giro di solo un paio di generazioni, l'uomo, perlomeno quello occidentale, abbia incentrato la sua cultura su questo oggetto.
A parte il motore per antonomasia, quello dell'automobile, ne usiamo una quantità incredibile. Solo il notebook che sto usando ne ha tre. La ventola, quello che fa girare l'Hard Disk, quello per il lettore DVD. Il micro onde che ho in cucina ne ha due ed il forno a gas due pure lui. Per casa girano vari attrezzi, trapani, avvitatori, seghetti alternativi e circolari, tutti con il loro bravo motore.
Spesso la presenza o meno di un motore indica, nell'immaginario comune, la modernità o no di una scelta.
Per quanto Soldini possa correre spinto dal vento su una barca realizzata con materiali esoterici e metodi di calcolo e di progetto innovativi, sarà sempre visto come un eccentrico nostalgico, mentre il motoscafo del commendatore, seppur spinto da due diesel progettati in origine per muovere pale cingolate, sarà il simbolo dell'inarrestabilità del progresso.
Mi scontro spesso con questa equazione "motore"="moderno" da cui spesso si fa conseguire "assenza di motore"= "vecchio" > "vecchio"="limitato".
Mi capita sopratutto quando parlo della mia passione, il volo in aliante. La maggior parte di quelli con cui parlo sono convinti che senza un motore, un mezzo che vola, non possa nemmeno essere governato. Come se uno sciatore che scende una montagna lo faccia rotolando a valle e non dirigendo gli sci nella direzione voluta. Quando riesco a spiegare che non è cosi, l'obbiezione successiva e che senza un motore il nostro volo è come un giro in slitta. Si sale fino in cima alla collina per scendere inesorabilmente a valle.
Eppure i nostri mezzi sono lo stato dell'arte dell'aerodinamica. Materiali come fibbre di kevlark e di carbonio, sono stati usati dal volo a vela molto prima che comparissero su aerei di linea o sugli elicotteri. La maggior parte degli aerei a motore che circolano negli aero club ha una tecnologia riconducibile agli anni 50 e pochissima è stata l'evoluzione di questi mezzi.
Sono convinto che la maggior parte di coloro che mi leggono, alla domanda "chi è stato il primo uomo a far volare un mezzo più pesante dell'aria?" risponderebbero Orville Wright, dimenticando cosi Sir George Cayley e Otto Lilienthal. Probabilmente il numero di risposte cambierebbe di poco anche se non specificassi "più pesante dell'aria". A quanti verrebbero comunque in mente i fratelli Joseph Michel Montgolfier?
I fratelli Wright non sono stati i primi a volare ma i primi a farlo con un mezzo a motore. ma questa cosa li ha resi immensamente più famosi di tutti i loro predecessori.

Nulla da fare. In 8 casi su 10 l'assenza del motore è una menomazione. Il motore viene considerato non solo "moderno" ma anche "sicuro" e rassicurante.

Un oggetto, meglio fa il suo lavoro e meno dovrebbe dipendere dal motore. Un aereo in grado di compiere lunghi voli senza questo ausilio, è più efficiente e quindi dovrebbe anche essere migliore.

Klaus Ohlman, detiene 36 record del mondo in aliante. Tra questi c'è il record assoluto di distanza libera con tre punti di virata (piloni). Tale record è di ben 3009 chilometri. Nessun elicottero ha una simile autonomia. Nessun aereo da turismo di quelli abitualmente schierati nei piazzali dei club puo' fare un simile volo.

Ma senza bisogno di essere dei campioni, ed utilizzando alianti dai costi ben più contenuti, sulle nostre Alpi e sul nostro appennino, fare voli di qualche centinaio di chilometri non è cosa impossibile, anzi in questa stagione è piuttosto frequente.


Solo ieri, un mio caro amico, ha compiuto questo bellissimo volo (In alto a sx, sopra i dettagli del volo, scegliete google maps per visualizzare la mappa satellitare) che da Torino, sorvolando le Alpi fino al lago Maggiore, poi le montagne sopra Lugano, il lago di Como, lo ha portato oltre Sondrio in val Tellina e ritorno.
526 chilometri volati senza bruciare una sola goccia di benzina, ammirando le Alpi innevate e le valli verdissime. Sorvolando il blu dei laghi alpini e i mille colori delle loro rive fiorite.

E tutto questo inseguendo quelle nuvole indicatrici di termiche chiamate cumuli. Si proprio quei cumuli che, secondo arturo e straker, si stanno distruggendo con le scie comiche :-).

[in blu la rotta seguita, in rosso la distanza calcolata per il volo]
[ L'aliante con cui è stato compiuto il volo. Quello giallo, quasi gemello, è quello che utilizzavo io fino ad un paio di anni fa]

8 commenti:

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  2. Bell'articolo, Orso!
    Nessuno può capirti meglio di uno che, come me, ama appassionatamente navigare a vela, e che alla vela, e non al motore, si è sempre affidato per superare le situazioni difficili e le lunghe distanze.

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  3. Ciao Riccardo. Purtroppo io in questi giorni volo solo in elicottero. Ma questa è davvero una grande stagione per il volo a vela torinese. Speriamo di organizzare presto.

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  4. se le strade fossero fatte di grasso, non servirebbe neppure li il motore

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  5. Una curiosità orso: in un video sugli alianti ho sentito dire a un tizio "oggi sento odore di fuoricampo". Volevo sapere se per fuoricampo si intende un atterraggio di fortuna, se è una cosa rischiosa come per gli aerei di aviazione generale e quanto spesso capita.
    Puoi dirmi anche qual è la velocità di stallo in configurazione di atterraggio per un aliante?
    ciao e scusa x l'interrogatorio! ;)

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  6. @Tankerino
    Volando senza motore il fuori campo è un eventualità sempre presente. Anche la presenza di una motorizzazione ausiliaria non va considerata come una garanzia contro il fuoricampo.
    La pericolosità dipende molto dalle scelte fatte dal pilota.
    Ogni volta che ho preso la decisione di considerarmi fuori campo, è andato tutto bene. Ho avuto tempo a scegliere dove atterrare, valutare tutti gli ostacoli il vento ecc.
    Quando mi sono intestardito a voler tornare a casa... ho rotto l'aliante.
    Il fuori campo in aliante non è comunque un evento improvviso cosi come può essere la piantata motore in aereo. Questo lo rende già meno pericoloso.
    La velocità di stallo varia a seconda del carico alare o della presenza o meno dei flaps. Generalmente si attesta sui 70/80 km/h. In realtà avendo gli alianti un 'apertura alare notevole e quindi un effetto suolo marcato, la toccata vera e propria può avvenire a velocità anche di molto inferiori.
    Quello che comunque viene insegnato è in ogni caso di portare a terra l'aliante pilotato. Stallare 10 metri prima di entrare in campo è molto più pericoloso che toccare 10 km/h più veloci.
    Gli incidenti gravi in aliante avvengono generalmente quando ci si intestardisce a voler rimandare l'inevitabile (il fuori campo appunto) trovandosi a volare a velocità troppo basse, troppo vicini al suolo.
    In ogni caso il fuori campo ha sempre un margine di rischio in più rispetto all'atterraggio su un aeroporto. Anche il campo più lungo e privo di ostacoli in finale, può nascondere delle insidie. Fossi, tombini, fili per il bestiame.
    Quindi un altra regola è avvicinamento più ripido del normale e fermare l'aliante appena si tocca il suolo. Anche se questo poi può voler dire chiamare un trattore per uscire dal campo :-)

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  7. grazie mille orso per l'esaustiva risposta! molto interessante!!

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  8. Lettura piacevolissima e argomento molto interessante!

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